Intervista alla Prof.ssa Gisella Langé, Ispettrice Tecnica di Lingue Straniere del Ministero dell'Istruzione
15/02/2021
La Prof.ssa Gisella Langé, Ispettrice Tecnica di Lingue Straniere del Ministero dell'Istruzione, ha recentemente discusso con Manuela Kelly Calzini, Senior Academic di Trinity in Italia per la lingua inglese, di diversi temi didattici, tra cui come sviluppare le competenze del XXI secolo, come rendere gli studenti autonomi nel processo di insegnamento/apprendimento e come favorire interazioni efficaci all'interno di classi plurilingui e multiculturali.
In Conversation with Gisella Langé
In this webinar, Gisella Langé, Foreign Languages Inspector for the Italian Ministry of Education, is interviewed by Trinity's Senior Academic Manuela Kelly Calzini.
In vista dell'incontro abbiamo pubblicato la conversazione avuta con la Prof.ssa Langé relativa ad alcuni dei punti approfonditi nel webinar.
Può parlarci del suo impegno al ministero come Ispettrice Tecnica di Lingue Straniere?
La funzione ispettiva nasce negli anni Ottanta con compiti non solo di “inspicere”, andare a vedere cosa succede nelle scuole, ma soprattutto di sviluppo della ricerca educativa, sperimentazione di nuove metodologie e formazione docenti. Nel mio lavoro in qualità di ispettrice tecnica ho sempre cercato di sviluppare le quattro linee di intervento, prima a livello di Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, grande laboratorio di progetti, poi a livello del Ministero dell’istruzione a Roma, ove attualmente ricopro un ruolo come consulente per le lingue straniere e l’internazionalizzazione. Sono responsabile di vari progetti per l’innovazione linguistica (Sillabo per la lingua russa, Sillabo per la lingua cinese), la didattica integrata a distanza (trasmissioni RAI Scuola – MI per arabo, cinese, francese, inglese, russo, spagnolo, tedesco) e l’eccellenza linguistica (Progetto CertiLingua).
Può parlarci dell'importanza della continuità nell'apprendimento di una lingua straniera - peraltro un tema cruciale per Trinity, tanto da essere spesso presente nei titoli dei nostri Seminari?
Indicazioni Nazionali e Linee Guida emanate circa dieci anni fa dal Ministero hanno potuto utilizzare il QCER per le lingue del Consiglio d’Europa come “base” per costruire percorsi graduali e progressivi per le lingue. E’ indubbio che l’inglese giochi un ruolo predominante nel nostro sistema in quanto lingua veramente “verticalizzata” poiché studiata a partire dalla scuola primaria. I docenti dei vari livelli scolastici hanno la necessità di raccordarsi con i colleghi del livello precedente o seguente utilizzando metodologie innovative centrate il più possibile sul protagonismo dello studente e su vari strumenti a loro disposizione. Partendo dai vari documenti ministeriali ed europei, loro compito è creare “sequenze di apprendimento” che permettano una reale progressione delle competenze nella lingua inglese. Come monitorare e valutare questi progressi? Il sistema internazionale delle certificazioni linguistiche offre un ottimo benchmark sia per docenti sia per alunni.
Perché, al giorno d'oggi, lo sviluppo professionale continuo di un docente, in particolare di un docente di lingua, è fondamentale? La Carta Docente, da questo punto di vista, rappresenta un buon supporto?
I docenti di lingue straniere hanno sempre rappresentato in Italia le punte didattiche più avanzate. Grazie alle lingue, i libri di testo di testo a partire dagli anni Settanta hanno permesso di superare il metodo grammaticale – traduttivo proponendo modalità di insegnamento basato sulle abilità di comprensione/produzione orali/scritte e l’utilizzo di materiali audio-visivi. Si è poi consolidata la metodologia “comunicativa” con l’articolazione di Unità didattiche, modello innovativo che negli anni è diventato un modello anche per tutte le altre discipline. Ciò grazie al fatto che i docenti di inglese e altre lingue possono usufruire di istituti di ricerca, case editrici, enti certificatori e organizzazioni varie che operano su scala mondiale. Grazie a “know how” d’avanguardia i docenti hanno potuto partecipare a numerosi piani di formazione nazionale e a progetti internazionali organizzati da Enti culturali di vari paesi. Il rapido sviluppo delle nuove tecnologie e le crescenti interconnessioni richiedono un costante aggiornamento su quanto avviene sia in ambito di uso della lingua sia in ambito di innovazioni metodologiche. In breve, il docente deve essere in possesso sia di una solida formazione linguistico-culturale sia di un approccio critico alla comprensione della complessità degli attuali sistemi culturali. Lo sviluppo professionale continuo è l’unica possibilità per crescere e per giocare un ruolo attivo e propositivo all’interno del proprio contesto lavorativo. In mancanza di finanziamenti per “piani nazionali”, la carta del docente offre l’opportunità “not to stay behind”…
In quale modo la presenza di diverse lingue e differenti culture all'interno delle classi della scuola italiana può essere usata come preziosa risorsa, specie nella didattica delle lingue straniere?
Nel maggio 2019 il Consiglio dell’Unione europea ha emanato una “Raccomandazione per un approccio globale all’apprendimento/insegnamento delle lingue” ove vengono suggeriti principi pedagogici e buone pratiche finalizzati ad aumentare la consapevolezza linguistica generale nelle scuole. Partendo dalla necessità di valorizzare la presenza in classe di alunni di lingue e culture diverse e dall’importanza di formare “ cittadini europei plurilingui”, gli obiettivi dichiarati sono: migliorare i risultati nell’apprendimento delle lingue e prestare una maggiore attenzione all’importanza del plurilinguismo.
Altro asse portante: lo sviluppo della competenza e della consapevolezza linguistica può essere integrato trasversalmente nei curricoli. L’integrazione tra le lingue e altre materie consente un apprendimento più autentico e orientato alle situazioni della vita reale.
Consapevolezza linguistica e sviluppo di approcci globali partono dalla costruzione e organizzazione in verticale e in orizzontale di curricoli per l’apprendimento delle lingue. In breve, “il cuore dell’educazione plurilingue e interculturale sta nella trasversalità da stabilire con le materie scolastiche”.
Sullo sviluppo di quali competenze dovrebbe concentrarsi principalmente la scuola in vista del 2030?
Nei prossimi dieci anni la scuola deve attivare modalità di insegnamento finalizzate a rendere gli studenti sempre più protagonisti autonomi e consapevoli del loro processo di apprendimento. Come "accendere le micce"?
Innanzitutto agendo non solo sulla sfera "cognitiva" – il sapere, ma soprattutto sulla sfera "socio-emotiva"- il saper essere... Da ciò derivano nuovi "comportamenti" – il saper fare, che in ambito linguistico vedono un ottimo alleato negli approcci "orientati all'azione". Il "nuovo" Volume Complementare del QCER e vari documenti della Commissione Europea (es. Raccomandazioni su competenze/lingue, Next Generation EU, ecc.) e dell'Unesco (es. Agenda 2030, Global Citizenship Education, ecc.) forniscono linee guida e descrittori utili per progettare e monitorare i processi di apprendimento che definiscono le NUOVE competenze per i cittadini europei.
Risulta anche fondamentale ripensare le modalità di organizzazione degli spazi, dei gruppi di apprendimento e degli orari scolastici, ma tutto ciò va sostenuto attivando modalità di insegnamento/apprendimento autentiche e collaborative.
Si tratta di organizzare proposte pedagogiche innovative che sviluppino attività quali "inquiry-based learning", "problem solving", "critical thinking", utilizzando al meglio le tecnologie.
E' altresì importante riconsiderare in modo innovativo procedure e tecniche di verifica e valutazione valorizzando l'autovalutazione e offrendo feedback diagnostico e formativo agli studenti.