Come prepariamo gli studenti all’esame Music Theory di Trinity: l’esperienza dell’Accademia Mozart di Montebelluna (TV)

L’Accademia Mozart di Montebelluna (Treviso), attiva dal 1980, è sede d’esame Trinity da tre anni. In questo tempo ha già organizzato sessioni d’esame per la musica Classica & Jazz e Rock & Pop, con un numero crescente di candidati, in particolare per la certificazione di Music Theory. Ne abbiamo parlato con Marino Vettoretti, docente di armonia complementare, teoria e solfeggio, compositore, autore di musiche per il teatro e membro del direttivo della scuola, che da oltre quarant’anni accompagna gli studenti in un percorso musicale completo.

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Come è nata la scelta di diventare sede d’esame Trinity?

«Dopo la decisione dei Conservatori di non accettare più privatisti esterni, cercando una soluzione per i miei allievi, ho scelto Trinity perché è un ente riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, e ho trovato un approccio completo, vicino al mio modo di insegnare. In tre anni abbiamo già realizzato due sessioni, con 31 certificazioni in due anni, anche al Grade 8.»

Perché consiglia l’esame di Music Theory ai suoi studenti?

«In 43 anni di insegnamento ho preparato oltre 600 studenti e sono convinto che la teoria sia alla base di tutto: aiuta a comprendere, a scrivere musica per sé e per gli altri. L’esame di Trinity è un’occasione per sviluppare il pensiero analitico, per ragionare su un brano, per comprendere i compositori e il messaggio musicale. È un tassello importante della loro formazione, che va oltre il semplice suonare

Qual è secondo lei il valore di una certificazione internazionale per le famiglie?

«È un elemento concreto e riconosciuto a livello internazionale, non solo in Italia. Le famiglie comprendono che queste tappe sono importanti: il conservatorio è ormai universitario e con le certificazioni Trinity diamo ai ragazzi un obiettivo chiaro, ogni anno. La musica è un linguaggio universale e, attraverso l’esame, i ragazzi imparano a confrontarsi per raggiungere un traguardo.»

Cosa significa per i ragazzi affrontare un esame di Music Theory?

«È una sfida importante. Con i miei studenti sto lavorando sui concetti più complessi: l’esame li invita all’analisi e alla riflessione. È bello vederli mettersi in gioco e avere voglia di sapere. Ho sempre creduto che dietro un brano ci sia un pensiero profondo, e questo va compreso e spiegato: anche i più piccoli, se guidati, possono imparare a scrivere un testo musicale, capire cos’è un ritornello e costruire sequenze, allenando la mente.»

Qual è il ruolo dell’impegno nello studio della musica?

«Bisogna far capire ai ragazzi che la fatica porta a risultati concreti. Le certificazioni danno un obiettivo chiaro e ravvicinato nel tempo, efficace anche in vista degli esami di Stato. Queste certificazioni elevano la soglia di attenzione, li abituano alla concentrazione e alla preparazione. Anche se all’inizio sono intimoriti, poi si rendono conto di quanto sia servito.»

Qual è il messaggio che vuole trasmettere ai suoi studenti?

«La musica è un linguaggio che aiuta a vivere meglio, a collaborare con gli altri, a stimolare la cultura e il benessere. Prepararsi a un esame Trinity non è solo raggiungere un risultato tecnico, ma un’occasione per crescere, per imparare a ragionare in modo critico, per comprendere il senso profondo della musica. Ci vuole più arte nella vita quotidiana.»

L’Accademia Mozart oggi conta una cinquantina di allievi e una proposta formativa che spazia tra pianoforte, chitarra, violino, batteria, percussioni e canto. Grazie al lavoro di docenti, la preparazione per gli esami Trinity è diventata un momento di crescita personale, culturale e internazionale per i giovani musicisti.

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